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Cammino Giuriolo

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Cammino Giuriolo

Sui passi del Capitano Toni

trekking di 4 giorni tra l’Altopiano di Asiago e le Piccole Dolomiti

a 80 anni dal rastrellamento di Malga Fossetta e dalla morte in battaglia di Antonio Giuriolo

 

Antonio Giuriolo, brillante intellettuale, capitano degli alpini, fervente politico antifascista, valoroso comandante partigiano, insignito della Medaglia d’Oro, è stato un socio della Sezione CAI di Vicenza.

 

Nel giugno del 1944 era a capo di un piccolo gruppo di partigiani che diventerà famoso in seguito dopo la pubblicazione del capolavoro di Luigi Meneghello “Piccoli Maestri”.

All’alba del 5 giugno 1944, nella parte sommitale dell’Altopiano di Asiago, iniziò l’”Operazione 263”, uno dei grandi rastrellamenti coordinati dai nazisti che colpirono la montagna vicentina in quell’anno.

 

Capitan Toni si era da poco acquartierato nei pressi di Malga Fossetta, una malga dell’Altopiano di Asiago sopra la Piana di Malcesina.

 

È sugli spalti rocciosi esposti a sud verso cui i partigiani corrono quando “l’inglese di guardia viene a svegliarci nella malga e dice:”Tante macchine”. Era la notte del 5 giugno […] In un attimo siamo sullo sperone, e in quella parte del buio dove c’è, invisibile, la piana di Marcesina, guardavamo la fila lunga lunga di lucette appaiate che venivano avanti piano piano. Ci mettemmo istintivamente a contarle. Quando ne ebbi contate trenta paia smisi di contare.”

Con queste frasi incisive di Luigi Meneghello, inizia le descrizione del rastrellamento di Malga Fossetta, proseguendo poi con le seguenti frasi.

Nascondemmo ordinatamente tutto il materiale perché non è il caso di farsi rastrellare con i sacchi, e poi ci dividemmo in gruppi.

Io ero con Dante, Enrico, Renzo, Mario, Bene e Rodino.

 

Antonio con un paio di squadre si avviò direttamente a nord. Forse ci dicemmo”ciao” con Antonio, ma non mi ricordo.

Questo è il punto che lui se ne va, per le sue strade, col braccio al collo, fuori della mia vita.[…]

Il resto che è accaduto su quello spalto davanti alla Valsugana, dove rimasero uccisi Nello e il Moretto, e tanti altri nostri compagni, non lo abbiamo mai voluto ricostruire. […] Antonio non morì qui, ma lontano, fuori della nostra vita, non rastrellato ma in combattimento aperto, come era più giusto.” (da “I piccoli maestri” di Luigi Meneghello – Rizzoli 1976)

 

Antonio comparve dopo qualche giorno da tutta altra parte della provincia, arrivando stremato al passo di Campogrosso sopra Recoaro e ad accoglierlo trovò i gestori del rifugio e anche l’amica del CAI Elisa Salviati con Maria Setti, la Marta dei Piccoli Maestri di Gigi Meneghello.

 

Il trekking ripropone l’ipotetico tragitto percorso da Antonio Giuriolo. Dopo quei giorni Giuriolo si trasferì sull’Appennino bolognese dove trovò la morte in un combattimento a fianco degli Alleati contro il caposaldo tedesco di Corona di Belvedere.