Relazione e proposte del gruppo di lavoro sulla falesia di Gogna
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- Pubblicato 14 Giugno 2015
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Il gruppo di lavoro sulla falesia di Gogna, formato da Tranquillo Balasso, Maurizio Chendi, Cristina Lorenzin e Maurizio Dalla Libera, a seguito di incontri e studi per valutare la situazione e dopo aver parlato con l’aspirante G.A. Andrea Basso sui possibili interventi sulla parete, presenta la seguente relazione e i possibili interventi.
In premessa si evidenziano due aspetti:
- una falesia utilizzata per l’arrampicata è un ambiente naturale condizionato da eventi atmosferici e dall’azione della vegetazione, nel quale l’attività è soggetta ad un rischio intrinseco di caduta sassi e di deterioramento dei chiodi che può essere riducibile ma che non può essere azzerato; questo rischio intrinseco invece non è presente in una palestra di arrampicata indoor dove si arrampica su strutture artificiali e su prese di plastica.
- La falesia di Gogna, di cui la nostra Sezione da oltre sessant’anni cura a proprie spese la bonifica della parete e la chiodatura, è un luogo aperto al pubblico destinato alla promozione dell’arrampicata ed in linea con il principio per cui la montagna e le attività ad essa affini devono essere praticate liberamente da tutti gli appassionati.
Situazione geologica della falesia e conseguenze sulle attività di arrampicata
Si allega il rapporto geologico sulla falesia redatto dal geologo Dott. Maurizio Chendi.
Con riferimento all’indagine geologica e per meglio individuare le zone migliori dal punto di vista dell’arrampicata la falesia è stata suddivisa in quattro settori: settore sinistro compreso dal margine sinistro fino all’inizio del tetto, settore centrale che comprende il tetto e la parte soprastante, settore destro compreso dalla fine del tetto allo spigolo destro e il settore sud est compreso dallo spigolo alla rete di confine.
Gli interventi di bonifica previsti non possono essere di “natura pesante” come ad esempio imbrigliare con reti la fascia superiore posta sotto il bosco ma si ritiene sufficiente una valutazione tecnica di un geologo ed un disgaggio di piccoli sassi e detrito da svolgere annualmente.
Sulla base del rapporto geologico nella falesia si individuano tre fasce orizzontali: una zona bassa alta circa 4 m di roccia solida, una fascia intermedia di roccia a tratti non solida posizionata soprattutto sopra il tetto e nella parte alta del settore destro, e una fascia superiore di roccia stratificata posta sotto il bosco, che a causa della vegetazione produce caduta di detrito. In alcune zone del settore sinistro, a differenza di altri settori, la qualità della roccia si mantiene discreta dalla base fino alla sommità e pertanto in questo settore è possibile realizzare degli itinerari chiodati con materiale omologato per l’uso della corda. Invece in tutti gli altri settori è opportuno che l’arrampicata avvenga entro i 4 m dal suolo e pertanto verrebbero eliminate tutte le soste in essi presenti per evitare che qualche cordata si avventuri su terreno considerato non affidabile. Sotto il tetto del settore centrale e nel settore destro rimarrebbero dei chiodi “di carattere storico” posizionati in traversata ad una altezza 4-5 m; si tratta di una chiodatura non soggetta a manutenzione e che come tale dovrà essere segnalata all’utenza.
Proposte per continuare la gestione della falesia di Gogna
Si sostiene l’opportunità che la Sezione conservi la gestione della falesia di Gogna per favorire la promozione dell’arrampicata presso la collettività e mantenere in buone condizioni l’unica falesia esistente in città. Esiste inoltre la consapevolezza che se il CAI improvvisamente non gestisse più il sito, la gente comunque continuerebbe a frequentarlo esponendosi quindi a rischi di vario genere a causa dell’abbandono.
Per il raggiungimento di queste finalità e nel contempo per sollevare da responsabilità dirette la Sezione e i volontari che operano per la bonifica e la manutenzione, si ritiene opportuno mettere in atto una serie di azioni aventi lo scopo di ridurre i vari rischi, ovvero:
- Informare gli utenti della falesia, tramite opportuni cartelli, sui seguenti temi:
- norme di comportamento generali
- assunzioni di responsabilità nell’arrampicata e nelle manovre di corda
- pericolo di caduta sassi presente in particolare sotto il bordo del tetto
- presenze di itinerari di arrampicata sul settore sinistro - Ridurre ulteriormente i rischi eliminando le soste posizionate in zone considerate poco affidabili a causa della poca solidità della roccia. Lasciare una “chiodatura storica” non soggetta a manutenzione e come tale opportunamente segnalata
- Concentrare 6 itinerari percorribili con la corda nel settore sinistro; questi verrebbero chiodati con fittoni resinati, secondo criteri stabiliti da una Guida Alpina dotata di brevetto di lavori in quota su funi. L’aspirante G.A. Andrea Basso ha presentato una relazione sullo stato attuale della falesia di Gogna e un preventivo di spesa (vedi allegati); il costo del progetto dei 6 itinerari e la realizzazione degli stessi con la collaborazione di Tranquillo Balasso è di euro 300. Va aggiunto il costo del materiale omologato da impiegare nel lavoro di euro 600 circa.
- Avvalersi della consulenza di un geologo che una volta all’anno nel mese di marzo segnali gli essenziali interventi di bonifica da svolgere al fine di ridurre il rischio di caduta sassi
- Avvalersi di una guida alpina dotata di brevetto per lavori in quota su funi che dichiari annualmente, con riferimento al rapporto geologico, gli interventi di bonifica svolti e dichiari l’avvenuta manutenzione della chiodatura. Con riferimento al preventivo di spesa presentato dall’aspirante G.A. Andrea Basso il costo è di euro 100 per la chiodatura.
- Affidare ad un volontario (Tranquillo Balasso) il ruolo di responsabile della falesia; tra i compiti del responsabile c’è quello di tenere i contatti con la Guida Alpina e di collaborare con il professionista anche con altri volontari (Eugenio de Gobbi, Istruttori della Scuola, GRRC,) per la bonifica e la manutenzione della chiodatura. E’ da considerare un eventuale corso per far acquisire al responsabile il brevetto di lavori in quota su funi.
- Entro il 31 dicembre di ogni anno la Sezione trasmette alla Sede Centrale la richiesta di copertura assicurativa per la falesia di Gogna allegando il rapporto del geologo e la dichiarazione di avvenuta bonifica e di avvenuta manutenzione da parte della Guida Alpina
- D’intesa con il Comune di Vicenza, che da quest’anno ha in concessione da IPAB l’area della ex Colonia Bedin Aldighieri nella quale è presente la falesia, la Sezione dovrà individuare una soluzione dignitosa per accedere alla falesia. Si veda lettera inviata dalla nostra Sezione al Comune di Vicenza che è stata sottoposta all’attenzione dell’assessore allo sport Umberto Nicolai. Fino a qualche anno fa per giungere alla falesia dalla parte di Via Vigolo civico n°95 si utilizzava una stradina privata lunga circa 90 m di proprietà del Sig. Chiementin; ora il passaggio è impedito da un cancello installato dal proprietario e i frequentatori devono oltrepassare un fosso, proseguire per un campo, riattraversare il fosso e riprendere la stradina.
Sono state proposte al Comune almeno due soluzioni non alternative tra loro:
a) accesso da Via Vigolo civico n.95, facendo fiancheggiare alla stradina privata e chiusa dal cancello un’altra stradina da costruirsi sul campo di proprietà dell’IPAB su cui possano transitare pedoni e cicli e che giunga così direttamente alla falesia. Sarebbe necessario altresì, trovare una soluzione alternativa all’accesso dei mezzi di soccorso.
b) riabilitare l’accesso di via Vigolo dove c’è un cancello chiuso di ingresso al parco all’altezza dei civici n.35 e 37 delle abitazioni circostanti e una stradina che porta direttamente all’area della falesia
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